“Sviluppo e rigenerazione urbana: il contesto regolatorio esistente è inadeguato, la disciplina vigente è stata elaborata sul finire degli anni '90. Necessarie: una profonda rivisitazione delle regole urbanistiche e l’approvazione di un nuovo strumento PUC”

Editoriale
24 Giu 2022

di Enrico Soprano, Avvocato Amministrativista e Docente UniPegaso

La nuova amministrazione comunale e la sottoscrizione del Patto per Napoli, evento dal significato che travalica di gran lunga il mero dato di riequilibrio economico delle casse comunali, ci proiettano in uno scenario di grandi potenzialità, che sarebbe gravissimo non sfruttare al meglio.

A ciò si aggiungano le rilevanti opportunità, per le politiche di coesione e di riequilibrio territoriale, fornite dagli ingenti stanziamenti provenienti dal PNRR, finalizzato prioritariamente alle aree più degradate del territorio nazionale e che, quindi, vedono nell’area metropolitana di Napoli un naturale destinatario.

In questo contesto risulta evidente che qualunque iniziativa mirata a consentire che le dette opportunità costituiscano l’occasione perché si operi una svolta nella, da tempo, annunciata riqualificazione dell’area orientale della città di Napoli è particolarmente appropriata; si tratta, infatti, di un territorio in un drammatico stato di degrado socio economico, ma che, forse anche per questo, esprime grandi potenzialità di sviluppo, per l’area medesima e per l’intera città metropolitana di Napoli. 

Ebbene, la consapevolezza di queste opportunità favorevoli è stata la prima molla che ha determinato la nascita di Est(ra)Moenia, con l’obiettivo di costituire uno strumento di agevolazione ed accompagnamento dei processi di sviluppo territoriale, economico e sociale, e, più in generale, di rigenerazione urbana, suggerendo modalità di realizzazione dei processi, innovative per la nostra realtà, ancorché sperimentate con successo in altri importanti contesti urbani dell’Europa occidentale.

Si è, quindi, posto l’obiettivo di organizzare attività rigenerative che nascono dal territorio, valorizzando le esperienze, purtroppo ancora isolate, già realizzate e mettendo a sistema forze e soggetti pubblici e privati che operano per raggiungere il comune obiettivo del rilancio dell’area. 

Sulla validità del detto metodo, su questo medesimo blog si sono già registrati interventi, più autorevoli per la competenza specifica di chi mi ha preceduto, e, comunque, del tutto condivisibili; tralascio, quindi, di soffermarmi sull’argomento, per dedicarmi all’altra e decisiva questione riguardante le procedure per rendere concreti gli interventi previsti, procedure che non possono essere quelle tradizionali che, quando non si disperdono nei meandri degli infiniti passaggi decisionali, impongono tempi di conclusione assolutamente incompatibili con le esigenze di celerità che vengono, da un lato, imposte dalla gravità delle situazioni di arretratezza e, dall’altro, dalla rigorosa tempistica prevista per l’uso dei fondi pubblici disponibili.

All’uopo, penso che, per potersi attivare processi decisionali ed attuativi efficaci, sia necessario individuare procedimenti che riescano a coniugare sia la considerazione degli interessi coinvolti nei procedimenti ordinari, sia l’utilizzazione di moduli operativi che consentano di abbreviare i tempi, riducendo i passaggi procedimentali, costituenti la più propizia occasione per creare ostacoli, spesso strumentalmente frapposti, che, come troppe volte è accaduto per il passato, vanificano ogni sforzo innovativo.

Ed allora, fermo restando che il contesto regolatorio esistente è assolutamente inadeguato, tant’è che, a fronte degli epocali cambiamenti che si sono verificati negli ultimi decenni,  è vigente una disciplina urbanistica elaborata sul finire degli anni '90 dello scorso secolo, e che, quindi, le regole esistenti non sono per nulla idonee a supportare le necessarie attività di sviluppo territoriale e di rigenerazione urbana, è necessario mettere rapidamente mano ad una profonda rivisitazione delle regole urbanistiche.

È, pertanto, senz’altro necessario attivare il procedimento di approvazione di un nuovo strumento urbanistico generale, nella nostra Regione denominato PUC.

Ebbene, se è evidente che l’attivazione del procedimento di approvazione del PUC è necessario ed opportuno, è, però, altrettanto evidente che il relativo iter, stante la sua complessità, sia per la fase elaborativa che per quella di approvazione, richiede tempi di operatività delle decisioni di tale portata da costituire un rimedio del tutto inidoneo in presenza delle esigenze di celerità innanzi evidenziate.

È necessario, quindi, accelerare le procedure, semplificando i relativi passaggi; ma per fare questo, a garanzia del buon fine dell’operazione, come dicevo, è, comunque, necessario individuare regole procedurali che garantiscono, comunque, la rappresentanza ed il coinvolgimento degli interessi istituzionalmente considerati nel procedimento ordinario.

A tal fine, credo che si potrebbero creare due distinti ed autonomi procedimenti che proseguono il loro iter parallelamente, che “si parlano” tra di loro, l’uno di tipo ordinario che segue i passaggi procedurali richiesti dalla normativa che regola l’approvazione del PUC e l’altro che, attraverso strumenti procedurali ugualmente previsti dalla vigente normativa, anticipi l’attuazione delle decisioni assunte come “invarianti” nel corso del procedimento ordinario.

Per fare ciò si potrebbe utilizzare, riempendolo di contenuti più puntuali di quelli ordinariamente previsti, il documento previsto dall’art. 2, comma 4 del regolamento della Regione Campania che disciplina le procedure di approvazione degli strumenti urbanistici, dove si prevede che il procedimento per giungere al PUC si attiva con la predisposizione e l’approvazione del Preliminare di Piano.

In altri termini, riempendo il Preliminare di Piano, documento di rapida elaborazione, di contenuti tali da orientare anche scelte operative e curando di procedere alla sua approvazione in Consiglio Comunale, e non solo ad opera della Giunta come dalla medesima norma richiesto, si potrebbe, in breve tempo, disporre di uno strumento di riferimento, anche di carattere strategico - condiviso dall’organo di rappresentanza diretta del Comune e portatore, in via ordinaria, delle competenze pianificatorie in materia urbanistica - così da consentire di attivare, parallelamente, iter semplificati di approvazione degli interventi che, previsti da scelte contenute nel detto Preliminare,  costituiscono il presupposto della successiva attività pianificatoria, e, quindi, delle “invarianti” nel relativo iter, per la cui attuazione non è, a tal punto, necessario attendere la definitiva approvazione del Piano.

Così operando, si innesca un processo dinamico, perché più avanti si porta il procedimento di approvazione del Piano e maggiori sono i contenuti insuscettibili di successive modifiche che lo stesso contiene, più ampio è il novero di interventi “pronti” per l’approvazione e l’esecuzione; insomma, si potrebbe innescare, anche sul piano procedurale, un processo di innovazione idoneo ad accompagnare gli interventi rigenerativi necessari.  

Alternativamente e nel perseguimento del medesimo fine acceleratorio, viene anche suggerito che si potrebbe procedere attraverso l’approvazione di una variante al PRG vigente, utile nelle more dell’approvazione del nuovo PUC.

Mi sembra un’ipotesi meno “attraente” per due motivi.

Il primo è costituito dalla ragione che una variane del piano vigente scontra inevitabilmente la visione complessiva che l’attuale PRG inevitabilmente rappresenta, per cui non consente di procedere con un’idea di città adeguata alle profonde modificazioni intervenute nel lungo tempo trascorso dall’elaborazione del medesimo PRG e che, invece, sarebbe certamente presente del Documento Preliminare del nuovo Piano urbanistico. 

Il secondo è che le modalità di elaborazione e le procedure di approvazione di ogni variante sono le medesime previste per l’approvazione dell’intero piano, con l’unico vantaggio che i termini dei relativi passaggi procedimentali sono ridotti alla metà; per cui le stesse non consentono di conseguire, in punto di accelerazione, i risultati necessari per far fronte alle esigenze di celerità date dalla contingenza.

Considero, comunque, che è assolutamente imprescindibile la rapida assunzione di decisioni incisive per evitare che si disperdano anche le grandissime opportunità di cui si dispone in questo momento storico.

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