“Sud, per il rilancio sei i settori chiave: imprese, investimenti, burocrazia, tecnologie, riqualifica delle ex zone industriali, progettazione e innovazione, esattamente gli obiettivi che si prefigge l’associazione Est(ra)Moenia”

Editoriale
20 Mag 2022

di Paolo Scudieri, presidente Adler Pelzer Group

Il Mezzogiorno mostra ancora un gap infrastrutturale significativo. Tuttavia, proprio al Sud gli investimenti industriali generano ricadute proporzionalmente più significative che nel resto del Paese. Il Mezzogiorno ha un ruolo significativo nella filiera automotive e l’importanza della filiera dell’auto per la manifattura meridionale è dimostrabile dall’elevata specializzazione dell’area sia in termini di valore aggiunto, sia di fatturato, sia di export. In termini di valore, il Sud Italia contribuisce al 21,6 per cento del valore aggiunto della filiera auto nazionale (mentre 12 per cento è il suo contributo alla filiera manifatturiera italiana) ed al 23,2 per cento delle relative esportazioni. Per effetto dei legami interregionali e di filiera, nel Mezzogiorno 100 € di produzione automotive attivano 117 € aggiuntivi nell’area per un totale di 217 € diretto e indotto e 441 € nelle altre regioni o negli altri settori, per un impatto complessivo di 658 €. L’effetto moltiplicativo può crescere ulteriormente se vengono colte le nuove sfide del settore. In tal modo il Sud può rafforzare il proprio tessuto industriale ed offrire un maggiore supporto ed una maggiore integrazione ai settori già presenti sul territorio, soprattutto a quelli che competono sui mercati mondiali. Un’occasione in più per cercare, almeno nel medio termine, di riportare in Italia e, in particolare, nel Mezzogiorno, produzioni strategiche, come quelle dei semiconduttori. È la crisi dei microchip che sta bloccando il mercato dell’auto, nonostante l’eccellente e fondamentale operato del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti sul tema degli incentivi e non solo.

Sul tema della transizione ecologica, rimane il gap infrastrutturale a supporto dell’elettrico puro, ma il mercato delle motorizzazioni ibride è attualmente quello più promettente. Peraltro, sull’auto del futuro il Mezzogiorno sta contribuendo in modo sostanziale anche con il progetto Borgo 4.0, con cui stiamo trasformando un’intera area dell’Irpinia, in particolare il Comune di Lioni, in un hub tecnologico dove le case automobilistiche possono sviluppare e testare nuove tecnologie per la mobilità, in primis l’ultima frontiera della guida autonoma. Sono coinvolte nel progetto 54 imprese del settore, 3 centri di ricerca pubblici, 5 università e il Cnr, col coinvolgimento di grandi aziende come Stm, Ericsson, Tim, Stellantis, Betron, Seri e Snam. Un esempio di come proprio il Sud può essere un volano di sviluppo per tutto il Paese.

Il Mezzogiorno ha tutte le qualità e i numeri per inserirsi nel panorama industriale nazionale e internazionale: cinque filiere produttive – automotive, aerospazio, abbigliamento-moda, agroalimentare e farmaceutico – concentrano il 54% di tutto il manifatturiero del Sud, generano 15 miliardi di valore aggiunto, 23 miliardi di export e occupano 269mila persone. Per il rilancio è necessario stabilire un piano industriale articolato, che concentri gli interventi sui 6 settori chiave: aumentare il numero di imprese, favorire nuovi investimenti, snellire la burocrazia, agevolare lo sviluppo delle nuove tecnologie, riqualificare le ex zone industriali, creare delle aree dedicate alla progettazione e all’innovazione, anche con il coinvolgimento delle grandi imprese partecipate dallo Stato, esattamente gli obiettivi che si prefigge l’associazione Est(ra)Moenia.

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