“Periferie, i grandi progetti se pensati ‘altrove’ non funzionano”

Editoriale
12 Nov 2021

di Carlo Borgomeo

Presidente della Fondazione CON IL SUD

Qualche anno fa ebbe grande successo una frase di Renzo Piano che esortava a “rammendare” le periferie. Un’espressione molto efficace resa ancora più attraente dalla fama del grande architetto. Quell’invito provava a mettere al centro del dibattito sullo sviluppo e sul governo delle città il tema, ampiamente sottovalutato, delle periferie.

Ma gli interventi nelle periferie, anche negli anni recenti, hanno risentito di un approccio che privilegia l’attenzione alle infrastrutture fisiche. Le insufficienze in termini di dotazione infrastrutturale che si registrano nelle periferie sono certamente assai gravi: ma la questione centrale è decidere se esse sono il sintomo o la causa del degrado. Noi di Est(ra)Moenia non abbiamo dubbi.

Per affrontare compiutamente il tema delle periferie, per dare una prospettiva credibile e non effimera ai processi di rigenerazione urbana, bisogna convincersi che il degrado delle periferie è soprattutto degrado sociale: è l’impoverimento delle relazioni umane, è l’assenza di una qualsiasi dimensione comunitaria.

Perciò ci piace più il termine “ricucire” quando parliamo di periferie; perciò guardiamo a Napoli Est ed ad una parte del centro storico ad essa collegata dall’area di Piazza Garibaldi, come a un territorio nel quale bisogna rianimare la comunità attorno ad un credibile progetto di progressivo cambiamento.

La storia della nostra città ed anche la storia della zona orientale è segnata da programmi potenti e “risolutivi”; da stanziamenti miliardari che avrebbero dovuto cambiare rapidamente le cose. Come sempre quando lo sviluppo, anche territoriale, è affidato a grandi progetti pensati e voluti “altrove”; quando la politica è sinonimo di offerta, i processi di sviluppo non funzionano. Lo sviluppo si costruisce promuovendo e aggregando la domanda: “ricucendo” interessi piccoli e grandi; realizzando interventi non immaginati “per” un territorio, ma costruiti “con” il territorio.

Questa è la scommessa di Est(ra)Moenia: un‘iniziativa che coinvolge imprese, urbanisti, uomini di cultura, organizzazioni di terzo settore e che sfida il pubblico ad un rapporto di partenariato. Che parte dal presupposto che le necessarie opere infrastrutturali cambieranno il territorio solo se fortemente volute, condivise, vissute come “proprie” dalla comunità e se accompagnate da interventi che, direttamente, si fanno carico delle fragilità della popolazione.

Perciò in questo progetto il terzo settore non sarà la ciliegina sulla torta, ma sarà protagonista come animatore della comunità.

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