“Fare ricerca a Napoli? Est(ra)Moenia ha riacceso il mio sogno: la città può essere la San Diego dell’Europa”

Editoriale
15 Dic 2021

di Gabriella Colucci

Presidente Arterra Bioscience

Sono andata via da Napoli quando ho intrapreso la carriera di ricercatrice. Napoli non mi sembrava il posto giusto dove poter fare ricerca. Parliamo degli inizi degli anni Novanta e di una giovane donna che ancora aveva capito poco di quello che serve realmente per rendere un posto adeguato a fare ricerca. Il mito erano gli Stati Uniti e io, napoletana dentro, scelsi di andare in California, a San Diego. La scelta di San Diego era basata sulla qualità della ricerca e sulla presenza di sole e mare. A San Diego ci sono rimasta circa 10 anni, ho imparato tante cose, ho imparato la scienza e come valorizzarla.  La cosa più importante che ho capito quando ero negli USA è che Napoli sarebbe potuta essere la San Diego d’Europa. 

Qui a Napoli abbiamo tutte le carte in regola per poter essere una vera eccellenza europea nell’innovazione. Abbiamo università che ci sfornano ragazze e ragazzi preparati, siamo curiosi ed intraprendenti, abbiamo una città che è spettacolare ed un clima che non ha eguali nel Vecchio Continente. Cosa ci manca? Quando nel 2004 ho deciso di ritornare e di partire con l’avventura di Arterra Bioscience, ero convinta delle potenzialità di questa città. Certamente non molti altri credevano nella possibilità di successo di una Biotech localizzata a Napoli, ma io non mi sono fatta condizionare.  Ci siamo insediati in via Brin 69, siamo partiti con un piccolo laboratorio di 600 metri quadrati.

All’epoca, nel comprensorio, oltre ad un paio di piccole e coraggiose attività imprenditoriali, c’era il mercato della comunità ucraina, c’erano tanti rifiuti sparsi per le strade e la prostituzione era la risorsa primaria della zona. Nonostante il degrado evidente di tutta l’area, da subito siamo stati convinti che via Brin, e tutta la zona orientale di Napoli, fosse il posto ottimale per localizzare una azienda innovativa. La posizione è perfetta, sarebbe stato ovvio che l’ex area industriale dovesse in qualche modo essere integrata nella città e garantita di un decoro necessario per poter diventare un polo di attrazione per aziende innovative che volessero fare, come noi, una differenza nella nostra splendida città. 

È stata ed è una scommessa. Sono passati tanti anni, oggi via Brin è una piccola oasi ma è ancora un’oasi nel deserto. Arterra è cresciuta in questi anni, i 600 metri quadrati di laboratorio sono diventati 1600. Il team iniziale di 4 ricercatori oggi è di 40 giovani ricercatori, Arterra è la prima Biotech italiana quotata  in borsa (Euronext Growth Milano) ma via Brin è rimasta un’oasi separata dal resto della città per assenza di servizi, di trasporti pubblici e di decoro. Durante questi anni tante importanti società europee, americane e asiatiche sono passate per Arterra ed hanno potuto apprezzare sia le potenzialità della zona sia l’eccellenza della nostra ricerca, conseguenza dell’eccellenza dei nostri ricercatori, figli delle università campane. La cosa più complessa da spiegare è sempre stata: perché c’è questo degrado all’esterno del piccolo comprensorio del Brin 69. 

Oggi nasce una nuova opportunità per l’area orientale di Napoli, gli imprenditori coraggiosi che come me hanno deciso di non abbandonare la speranza di creare un polo innovativo, culturale, adeguato ad una società civile, hanno l’opportunità di esprimere il proprio pensiero e di contribuire con la propria esperienza attraverso l’associazione Est(ra)Moenia.

Anche questa è una scommessa, non più solo una scommessa di Arterra e qualche altra piccola realtà locale, ma una scommessa di un gruppo di persone perbene, di cultura che - come noi di Arterra - vogliono fare la differenza nella nostra città. 

Il sogno di collegare Napoli Est con il centro storico, con piazza Garibaldi con il polo di San Giovanni e di ridare decoro a uno dei posti potenzialmente più attraenti di tutta Europa credo oggi si possa realmente trasformare in realtà grazie all’impegno di tutti coloro che stanno contribuendo a questo ambizioso progetto. Est(ra)Moenia ha riacceso il mio sogno originale: Napoli può essere la San Diego dell’Europa.

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