“ANCE Campania entra in Est(ra)Moenia, fondamentale colmare assieme i vuoti urbani e rigenerare. Come convincere gli investitori? Asset materiali ed elementi reputazionali, quali il contesto socio- economico, i tempi della pubblica amministrazione, la certezza del diritto”

Editoriale
02 Mar 2022

di Luigi Della Gatta

presidente ANCE Campania 

L’adesione di ANCE Campania ad Est(ra)Moenia è un impulso importante al nostro panorama associativo e consente a tutti noi di mettere insieme realtà, esperienze ed energie attraverso le competenze multisettoriali che appartengono ad una vasta compagine sociale, culturale, artistica, imprenditoriale, accademica. 

Questa adesione ci consentirà di fornire supporto, sotto forma di idee, forze, spunti e progetti, anche perché il tema della rigenerazione e della riqualificazione ben si confà alla mission di un’associazione qual è ANCE Campania.

Renzo Piano sostiene che gli Italiani sono i migliori al mondo a costruire ed i peggiori a manutenere. Trovo questa affermazione assai fondata. La pubblica amministrazione infatti non riesce, sia per mancanza di risorse umane sia per competenze, a garantire l’efficienza di sistemi sempre più complessi e tecnologicamente avanzati. Faccio riferimento a tutti i servizi pubblici per i quali il grado di difficoltà va via via aumentando. Per consentire un incremento delle azioni che potrebbero agevolare crescita e rilancio urbano, occorre utilizzare strumenti legislativi che già esistono e faccio riferimento al partenariato pubblico-privato che consenta di coinvolgere, sempre nel rispetto della concorrenza e trasparenza, interlocutori professionali che possano garantire livelli di servizio adeguati e una corretta manutenzione della infrastruttura pubblica.

Un altro ambito per il quale, se il sistema di regole ma anche la mentalità della pubblica amministrazione cambieranno, si possono aprire importanti prospettive è appunto quello della vera rigenerazione urbana che l’associazione Est(ra)Moenia vuole colmare e con questo mi riferisco al recupero dei cosiddetti “vuoti urbani”: aree vaste che hanno perso la loro vocazione iniziale e che ormai da anni costituiscono ambiti negati delle nostre città. Abbiamo esempi, in Italia e non in altre parti del mondo, di come si faccia rigenerazione urbana: nel corso del convegno da noi organizzato per presentare una ricerca sui 50 anni di costruzioni in Campania, abbiamo avuto tra gli ospiti Mario Abbadessa, amministratore di Hines, uno dei maggiori sviluppatori immobiliari al mondo. Stanno riconvertendo a Milano l’ex area Falck, il più grande progetto di rigenerazione urbana d’Europa. Ebbene, Abbadessa ci ha spiegato che per convincere un investitore istituzionale ad investire in Campania non basta avere i cosiddetti asset materiali, ma anche elementi reputazionali quali il contesto socio-economico, i tempi della pubblica amministrazione, la certezza del diritto. 

Noi abbiamo aree vaste da recuperare, che in termini di potenzialità inespresse sono un grosso ed importante bacino dal quale poter attingere per ripartire e tuttavia questo non basta. Se l’intero tessuto socioeconomico sarà credibile riusciremo a convogliare sulla Campania e sulla città di Napoli una mole di risorse private enorme. Ci sono già e aspettano noi! La classe dirigente, i suoi apparati ai diversi livelli devono remare tutti nella stessa direzione con responsabilità. Non ci sono altre chances.

L’andamento dell’economia locale è strettamente legato all’andamento del settore delle costruzioni. Se si investe in costruzioni l’effetto moltiplicativo di ogni euro investito è pari a 5 euro rispetto ad altri comparti dell’economia. È risaputo che il settore delle costruzioni attiva la filiera economica più lunga di tutti gli altri settori. Dalla ricerca, tuttavia, emergono chiari e scuri di questo settore in Campania, e l’esempio del passato deve essere uno stimolo ma anche un monito per il futuro.

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