AGI intervista Ambrogio Prezioso, presidente di Est(ra)Moenia: “Spero che al Sud nascano mille Est(ra)Moenia, che partano tutte dall’ascoltare il territorio e non dal calare progettualità dall’alto”

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30 Mar 2022

È una delle porte della città, la testimonianza di una storia recente che cerca riscatto, l’area più effervescente di Napoli. Quella in cui si cerca di fare una rivoluzione di rigenerazione urbana partendo dal basso. 

Una scommessa importante, che però, a differenza dell’incompiuta Bagnoli, da decenni al centro di dibattiti e di interventi economici pubblici che finora hanno prodotto poco, mostra segnali e prospettive per essere vincente. 

A tentare di ricucire il tessuto di una periferia post industriale con il centro vivo di una vasta area metropolitana, per farne il cuore pulsante di nuove imprese e commerci, è Est(ra)Moenia, associazione di imprenditori, docenti e professionisti che nasce nel 2019 e si sviluppa in piena pandemia grazie alla visione di Ambrogio Prezioso. 

Il battesimo ufficiale, il 17 novembre di un anno fa, con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che annuncia anche un investimento per allocare in quest’area la nuova sede dell’ente di governo territoriale. 

Del resto, lo sviluppo di Napoli Est è stato centrale anche in scelte strategiche di altre realtà, quali ad esempio la decisione dell’università Federico II, di cui all’epoca era rettore l’attuale sindaco del capoluogo campano Gaetano Manfredi, di portare Academy di Apple, Cisco, Deloitte e Spi nel nuovo polo di San Giovanni a Teduccio, e dall’insediarsi di un motore propulsivo di cultura come i laboratori del teatro San Carlo nell’ex Cirio di Vigliena. 

Ma il discorso di Prezioso è più complesso di questi ambiziosi e riusciti progetti. Perché vuole coinvolgere la gente che vive già quel territorio, perché preferisce soluzioni che potenzino e migliorino l’esistente, sfruttando e riqualificando ciò che c’è e dotandolo di servizi essenziali e di qualità, anche questi nati sulle macerie di quanto creato in passato. 

Durante il lockdown ho cominciato a riflettere su quanto accadeva a Marsiglia, Barcellona, Amburgo, città rinate grazie a progettualità con una visione precisa – racconta all’AGI Prezioso - invece a Napoli, un hub quale quello di piazza Garibaldi, riqualificato da un progetto di qualità come quello di Fs, rimaneva incastonato in un vissuto problematico sotto tutti i punti di vista”.  Poco lontano, invece, il complesso Brin nel quale spicca una delle sue ‘creature’, Eccellenze campane, mostra che ci può essere “una scintilla per il cambiamento”, laddove si pensa a riqualificare creando infrastrutture a servizio. Laddove, anche il rifacimento di alcuni metri di passaggio pedonale illuminato e alberato possono creare una facilità e sicurezza nella mobilità che incentivi la presenza di attività.  

Devi ricucire pezzi di città, vicini, importanti perché in una zona che fa 50 milioni di passaggi l’anno, che è uno dei biglietti da visita di Napoli”, ribadisce l’imprenditore Prezioso, ingegnere, ex presidente degli Industriali e dei Costruttori napoletani, opera da decenni in progetti di riconversione urbana non solo a Napoli, e ha coinvolto nella sua visione di nuova città l’ateneo Federico II, ma anche, tra gli altri, le associazione dei costruttori edili della provincia di Napoli e della Campania, la Banca di Credito Cooperativo di  Napoli, il Consorzio di Cooperative Sociali Dedalus, l’Ente Autonomo Volturno, holding regionale dei trasporti, GE. SA. C., società di gestione dei servizi negli aeroporti di Napoli e Salerno, Leonardo, Magnaghi aeronautica, Metropolitana di Napoli, e pure poli della cultura come la Fondazione Made in Cloister o il Teatro NEST. 

Piazza Garibaldi, manutenuta per due anni da Metropolitana spa, era emblematica dei mali di Napoli – spiega - aveva milioni di passaggi ma era una risorsa abbandonata. Noi mettiamo insieme aziende, arte, cultura, il terzo settore, la gente, perché luoghi con aree dismesse riaprano, rifioriscano, siano collegati. E da piazza Garibaldi mi muovo in ogni direzione per connettere quello che esiste e funziona. Se la piazza funziona, la città rinasce. E la prima cura è quella della mobilità accessibile a basso costo. Quando ho realizzato il complesso di via Brin, la prima cosa a cui ho pensato è stato un parcheggio. Io spero che al Sud nascano mille Est(ra)Moenia, che partano tutte dall’ascoltare il territorio e non dal calare progettualità dall’alto. La rigenerazione urbana ha bisogno di rigenerazione sociale, non opere faraoniche ma azioni concrete per far vivere un quartiere. Perché la rigenerazione di un territorio significa ripensare i luoghi intorno alle persone”. 

Questo non vuol dire che i privati debbano fare tutto da soli. “Il ministro Mara Carfagna ci ha inserito nel CIS, Eav investirà insieme a noi, il dialogo con le comunità al Vasto (la zona a ridosso della ferrovia al centro di polemiche per la presenza di extracomunitari e sacche di degrado, ndr) è già in corso e da lì possono venire indicazioni sui problemi e sulle soluzioni”. Ambrogio Prezioso del resto a Napoli Est aveva già provato a fare cambiamento, quando nel 2010 nacque NaplEst, operazione diversa e legata anche alle bonifiche che vide insieme diversi imprenditori anche nazionali. Ma ora ha spostato l’asse della sua visione, che ruota intorno alla “conoscenza, all’ascolto, al fare rete e mettere le competenze di chi qui lavora o investe a servizio di un progetto per far uscire questa zona dall’ombra e farne una cerniera anche con il mare, per una costa riqualificata, realizzando così inclusione sociale e sviluppo”. (AGI)

Napoli Est - fotografia di RITA DE STEFANO - Progetto East Side Stories by Est(ra)Moenia & Made in Cloister

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